Lo strano caso del Dr. Gardner e Mr Hyde

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Credits: Jekyll & Hyde (1990) – American Broadcasting Company (ABC)

Come si è già spiegato su questo blog le questioni relative al lavoro scientifico di Richard Gardner sono assai complesse.

Ma quello che colpisce è la granitica sicurezza con cui i detrattori delineano una figura dai tratti quasi diabolici, dedita al compito infame di sminuire la gravità degli abusi sessuali per difendere i suoi clienti (che secondo i detrattori sono certamente tutti colpevoli). Una specie di dottor Jekyll che però appare sempre nei panni del malvagio mister Hyde.

Proviamo quindi ad ipotizzare la trama del romanzo su Gardner secondo la versione dei suoi detrattori, partendo dall’articolo di Stephanie Dallam.

La Dallam è un’infermiera, membro fondatore dell’associazione femminista Leadership Council che dopo essersi dedicata alla psicologia ha fondato in un ranch una struttura per l’accoglienza dei minori abusati.

Di seguito forniremo poi una versione che rende giustizia a Gardner e così il lettore potrà metterle a confronto per vedere quale delle due è la più verosimile.

Secondo l’articolo della Dallam, Richard Gardner è stato un eminente esperto forense, una vera autorità nel campo delle perizie in materia di affido dei figli. Le teorie e le tecniche da lui sviluppate sono servite come base per le decisioni sui minori nelle corti americane. Oltre che di figli contesi tra i genitori e di accuse di abuso, Gardner si è occupato dell’isteria collettiva sugli abusi sessuali verificatasi negli USA a cavallo tra gli anni 80 e 90 e anche su questo tema le opere di Gardner, per quanto criticate, sono ben conosciute dai professionisti che si occupano del problema. Ma dopo questo prologo ecco apparire sulla scena il malvagio mister Hyde. La vera finalità delle teorie e delle tecniche terapeutiche di Gardner sarebbe orribile ed inaccettabile. Secondo i detrattori la sua opera professionale avrebbe un solo scopo: quello di sminuire la gravità degli abusi sessuali sui minori, riconciliare i minori con l’idea che fare sesso con gli adulti è cosa normale e quindi far scagionare chi commette gli abusi dalle accuse. Gardner dunque sarebbe andato in giro per le corti USA a difendere persone accusate di abusi sessuali sui minori e avrebbe vinto le sue cause grazie alla sua autorevolezza facendo scagionare i suoi clienti. Ma negli stessi anni avrebbe descritto in alcuni dei suoi molti libri la teoria secondo cui abusare dei minori non è una cosa grave e chi lo fa va considerato come una vittima delle circostanze, con ciò palesando il suo vero scopo, quello di sostenere le tesi della lobby internazionale dei pedofili. E la cosa incredibile è che i giudici di fronte ad un personaggio così francamente diabolico avrebbero ammesso le sue testimonianze come esperto nei processi in materia di abusi ed in moltissimi casi gli avrebbero dato ragione. La vita di Gardner termina nel 2003 quando si sarebbe suicidato (secondo i detrattori per il rimorso delle sue malefatte) infliggendosi decine di ferite con un coltello da macellaio.

Se dunque questa fosse la trama di un film hollywoodiano il produttore avrebbe certamente da obiettare e lo staff degli sceneggiatori si dovrebbe mettere al lavoro per trovare qualche escamotage per salvare il copione. Ma le possibili pezze a questa trama piena di buchi hanno ben pochi gradi di libertà. O si descrive il malvagio Gardner come dotato di poteri suggestivi sovraumani (un alieno o un praticante di magia nera) oppure si deve allargare il campo e coinvolgere nella cospirazione anche le centinaia di giudici americani che gli hanno dato retta, oltre che le migliaia di studiosi di tutto il mondo che ancora oggi citano le sue opere.

Qual’è allora la verità sul caso Gardner? Le premesse sull’importanza di Gardner sono le stesse. Anzi è sintomatico che persino chi lo vuole descrivere come un mostro sia costretto ad ammettere la sua autorevolezza di studioso. Ma quando si passa però ai motivi dei suoi successi nelle corti americane la spiegazione non può che essere che il suo lavoro era eccellente e che le sue ipotesi sui casi di cui si occupava erano fondate.

Ma allora come si spiegano le citazioni contenute nell’articolo di Stephanie Dallam con cui viene supportata la descrizione di Gardner come malvagio mister Hyde? La spiegazione richiede una analisi più approfondita del capitolo 11 del volume True and False Accusations da cui sono tratte che viene riportata in un altro post.

Ma anche qui è possibile dare almeno alcune coordinate con cui leggere le citazioni allargando il campo all’intero discorso che lo studioso sviluppa nel suo massiccio volume di 748 pagine.

Vediamo dunque per punti quali sono le posizioni esposte da Gardner.

  1. Gardner non sosteneva affatto che gli abusi sessuali sui minori non sono dannosi, ma piuttosto che non tutti i casi di abuso hanno la medesima gravità in termini di trauma sui minori coinvolti. Il danno va valutato caso per caso.
  2. Gardner sosteneva che certe terapie per l’abuso invece di rimediare al danno lo esacerbano a causa dell’imperizia di terapeuti improvvisati (i peggiori sono i seguaci dell’ideologia degli “abusologi” secono cui gli abusi sessuali hanno una enorme diffusione e sono sistematicamente ignorati dalle autorità). Infatti insistere con la terapia quando il minore ha già superato la fase di trauma significa prolungare inutilmente la portata del danno. La terapia è una forma di pratica sanitaria e come tale va svolta con estrema cautela nella sola misura e per il tempo necessario. Le terapie infatti possono produrre effetti collaterali anche dannosi
  3. Il caso peggiore di terapia dannosa è quello delle false accuse, quando un minore che non ha subito nessun tipo di abuso viene preso in carico e “curato” come se fosse vittima di abuso. Anche in questi casi il terapeuta “abusologo” può causare danni incalcolabili perché curare da abusati i non abusati produce un trauma iatrogeno. Gardner ne parla nel capitolo 10 del volume “True and false accusations…”.
  4. Gardner sosteneva che in caso di abusi intrafamiliari l’intero nucleo deve essere trattato, assieme al minore. Tuttavia Gardner precisa che ciò è possibile solo se la persona che ha commesso l’abuso ammette le sue colpe e si sottopone ad una valutazione clinica sulla sua pericolosità. Se l’abuso è stato lieve e la persona risulta priva di tendenze pedofile conclamate, allora il terapeuta può tentare un trattamento, ma solo dopo aver ottenuto garanzie che ogni pericolo di ulteriore abuso sarà accuratamente evitato.
  5. Il punto più frainteso del modello terapeutico di Gardner è quello che include nel complesso del danno subito dal minore non soltanto il singolo evento costituito dall’abuso, ma anche l’insieme di reazioni psicologiche che si scatenano nel minore abusato. Tra esse rilevante è il senso di colpa per la rottura della relazione con il familiare che ha commesso l’abuso (che può essere il padre, ma anche un fratellastro o un cugino). Questo spiega l’enfasi assegnata da Gardner alla fase di valutazione della gravità dell’abuso e della pericolosità dell’abusante. Se è possibile con la massima cautela evitare la rottura definitiva della relazione, allora ciò è di aiuto per un più rapido superamento del trauma da parte del minore.
  6. Gran parte di quanto sopra esposto non è affatto una peculiarità del modello terapeutico di Gardner. Ai tempi della pubblicazione del libro True and False Accusations (1992) questi consigli non erano dissimili da principi largamente condivisi nella prassi dei terapeuti di ogni tipo. Nel 1997 l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry ha pubblicato “Practice Parameters for the Forensic Evaluation of Children and Adolescents Who May Have Been Physically or Sexually Abused”. Gardner è stato un consulente per la commissione che ha elaborato questo documento, e i suoi libri del 1992 e 1995 che descrivono i suoi protocolli vengono citati in questo documento.

Il riassunto del complesso ragionamento contenuto nelle 748 pagine del volume True and False Accusations non può che essere lasciato ad un altro post più completo.

Ma questi brevi spunti possono servire almeno a tratteggiare una diversa trama del “caso Gardner”, dove non serve invocare poteri misteriosi di suggestione per spiegare lo strano successo ottenuto da Gardner presso le corti americane e nella letteratura scientifica internazionale.

Il successo di Gardner ha una sola spiegazione (la più ovvia). Gardner nel suo campo era uno dei migliori, e per questo si è fatto anche molti nemici.

5 thoughts on “Lo strano caso del Dr. Gardner e Mr Hyde

  1. […] Fonte originale: richardalangardner.wordpress.com/2013/04/21/lo-strano-caso-del-dr-gardner-e-di-mr-hyde […]

  2. […] (richardalangardner.wordpress.com) Come si è già spiegato su questo blog le questioni relative al lavoro scientifico di Richard Gardner sono assai complesse. […]

  3. […] umana di cui si parla in questo post. Sugli altri punti trattati dall’articolo si rimanda questo post. La Dallam conclude la sua analisi sostenendo che le idee di Gardner sarebbero  simili a quelle di […]

  4. […] anche i post : “Dr Gardner o Mr Hyde” e “Vere e false […]

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